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Sicurezza stradale nell’Unione Europea: ecco il piano con le novità

Nuovo piano per la sicurezza stradale, novità in arrivo dall’Unione Europea

Con una proposta di legge datata marzo 2023, l’Unione Europea sta spingendo sulla sicurezza stradale, per cercare di arginare il problema, decisamente tangibile e quanto mai drammatico, delle vittime della strada. In particolare, il pacchetto di proposte riguarda due misure separate: nuove norme per le patenti di guida e rafforzamento delle regole del traffico, con l’obiettivo ambizioso di dimezzare vittime e feriti gravi da qui al 2030 e azzerarli totalmente a partire dal 2050.

Partiamo dai dati oggettivi, ossia dal fatto che i morti sulle strade sono in calo costante. Sebbene possa sembrare una buona notizia (e certamente lo è), i numeri restano comunque alti, si parla di circa 25 mila morti sulle strade di tutta Europa ogni anno. Il bicchiere mezzo pieno si osserva meglio paragonando la cifra al 2001, quando i morti furono 51 mila; ma diventa rapidamente mezzo vuoto quando si pensa che le vittime della strada nel 2023 sono state l’equivalente di un aereo che precipita ogni settimana sui nostri cieli con 500 persone a bordo ogni volta.

Numeri da far spavento quindi, ma non è tutto, poichè un’analisi datata 2021 condotta dall’Osservatorio Europeo sulla sicurezza ha dimostrato che per ogni persona morta in un incidente, altre 5 soffrono di gravi conseguenze, e che pertanto, ogni anno ci sono 140 mila feriti gravi o con lesioni permanenti. Un quadro davvero triste, che al di là delle tragedie personali significa anche un esborso sul piano sanitario davvero consistente per le casse dei paesi UE.

Il killer silenzioso

Per aggravare ancor di più la tragedia, va segnalato che un’ampia fetta delle vittime della strada sono ragazzi, tanto che gli incidenti stradali sono la prima causa di morte per gli under 20, che spesso perdono la vita incolpevoli: casi che poi diventano di cronaca nera e si leggono su tutti i giornali, come quello di Francesco Valdiserri, diciottenne romano travolto da un’auto in folle corsa, o di Cristina Scozia, la mamma trentanovenne di una bambina di sei anni, ciclista travolta e uccisa a Milano.

Lo chiamano “il killer silenzioso”, poiché è l’impotenza a regnare sui migliaia di casi come questi, dove automobilisti, ciclisti, pedoni e motociclisti perdono la vita all’improvviso. Un killer che, sebbene (ovviamente) in calo durante il 2020 e il 2021, gli anni della pandemia e dei lockdown più o meno diffusi, si è risvegliato nel 2022 rialzando la cresta e facendo segnare un +3%, un dato in controtendenza rispetto alle serie storiche precedenti. Per la cronaca, Germania e Italia hanno fatto segnare un +9%, preceduti da Francia con +11% e Spagna con +12%.

Le norme messe in campo

La Commissione Europea sta lavorando sodo per provare a contrastare il fenomeno, mettendo in campo per prima cosa una revisione delle patenti di guida, rendendole completamente digitali e valide in tutta l’Unione, una cosa mai vista prima e mai messa in atto in nessun’altra zona del mondo. Ci saranno molte questioni da risolvere, poiché armonizzare il codice della strada in paesi che hanno tradizioni e stili di guida molto diversi non sarà compito facile, ma sarebbe un passo avanti decisivo per una sicurezza comune.

Le ipotesi della proposta riguardano anche l’età minima per il conseguimento della patente, fissata a 17 anni, ma con un’importante nota a margine: per i primi due anni, il neopatentato sarà “in prova”, e potrà guidare da solo soltanto a 18 anni. Inoltre, tolleranza zero per la guida in stato di ebbrezza. Una regola dura da buttar giù per molti, ma che si rende necessaria analizzando ancora una volta i dati, perché è vero che i giovani rappresentano solo l’8% degli automobilisti, ma il 40% degli incidenti mortali sono causati da under 30.

L’altro grande campo d’azione della Commissione Europea riguarda le regole di sicurezza per il traffico, con un inasprimento delle sanzioni specie per il mancato uso delle cinture di sicurezza anche posteriori, l’uso di smartphone alla guida, il mancato rispetto dei limiti di velocità e la guida di un’auto vecchia con standard di sicurezza superati. Inoltre, la norma prevede anche un coordinamento delle banche dati nazionali. Il motivo? Presto detto: si stima che nel 2019 il 40% delle violazioni commesse da stranieri (in ciascun paese) sia stata impunita, poiché è stato impossibile identificarli. Così facendo invece sarebbe possibile perseguire chi sgarra in un paese anche una volta passato il confine, e le autorità avrebbero accesso ai registri nazionali delle patenti per rintracciare i responsabili.

Bici e monopattini, attenti a quei due

Se state pensando di convertirvi alla bici o al monopattino, fate attenzione: la Commissione Europea ha pensato anche a voi. Infatti, il Parlamento Europeo ha chiesto di aumentare i controlli periodici per i monopattini, mentre per i ciclisti si pensa all’obbligo di equipaggiamento protettivo, compreso il casco integrale.